La linfangite: definizione, cause e trattamento

La linfangite: definizione, cause e trattamento

Per quanto meravigliosa e spesso tanto desiderata, la stagione estiva non è sicuramente la più amata dalle nostre gambe. Le alte temperature portano vasodilatazione periferica e quindi comparsa o peggioramento dell’edema, in particolar modo nei soggetti predisposti.
Come abbiamo detto più volte, il gonfiore delle gambe può esporre a complicanze, poiché le zone di ristagno possono diventare l’ambiente più appetibile per germi e batteri e quindi sito di infezione. In questo articolo vi parlerò di un'infezione favorita proprio da questa particolare condizione: la linfangite. Vedremo come imparare a gestire sia l’edema sia la possibile contaminazione.

 

Linfangite: cos’è?

La linfangite è un’infezione dei vasi linfatici degli arti superiori e inferiori. I vasi linfatici appartengono al sistema linfatico, il nostro principale sistema di difesa, e si occupano di drenare proteine, liquidi, lipidi e sostanze di scarto dall’interstizio al sistema circolatorio sanguigno. I vasi linfatici sono interrotti dai linfonodi che sono dei veri e propri filtri che rimuovono cellule danneggiate, cancerose e particelle estranee alla linfa.

 

Linfangite: le cause

La nostra cute ci difende dall’aggressione di qualsiasi microrganismo estraneo. Quando la sua integrità viene interrotta (tagli, abrasioni, punture di insetto, graffi) si apre una porticina di ingresso per virus, batteri, funghi. In condizioni di normalità, le difese presenti localmente bloccano immediatamente gli ospiti sgraditi e il corpo si attiva per la guarigione. Quando però c’è edema e ristagno, le difese presenti localmente fanno più fatica ad arrivare al sito di ingresso e a combattere i microrganismi entrati poiché sono costretti a lavorare in un ambiente poco favorevole. Alcuni batteri o virus o funghi riescono così a sfuggire al nostro sistema di difesa e ad arrivare a strutture più profonde, come i vasi linfatici, causando un’infezione, la linfangite.  Se non immediatamente curata può estendersi a tutta la zona fino alla cute, complicandosi ulteriormente in dermatolinfangite.

 

La linfangite: i sintomi

I sintomi più comuni della linfangite sono febbre improvvisa molto alta, brividi, cefalea, dolori muscolari, tachicardia, dolore continuo e intenso nella zona colpita dall’infezione e sensazione di caldo nell’area infetta. L’infezione si manifesta inoltre con gonfiore dell’arto interessato e arrossamento. Si notano poi delle vescicole che trasudano linfa e che diventano ulcerazioni di varie dimensioni. Il prurito e il conseguente grattamento vanno ad aggravare il quadro clinico, provocando un’estensione dell’infezione che acuisce il dolore. 

 

Come si fa diagnosi di linfangite

La diagnosi di linfangite è clinica. Essendo però poco conosciuta, spesso viene confusa con la flebite ed è quindi consigliabile effettuare una visita da uno specialista per una diagnosi precisa, sia della patologia in corso che della patologia sottostante. A volte, in casi dubbi, può essere utile eseguire un ecocolordoppler per escludere con certezza che si tratti di una trombosi. Bisogna indagare soprattutto sui motivi che hanno favorito la comparsa della linfangite, ovvero le cause dell’edema presente prima dell’infezione (linfedema, lipedema, edema da stasi per sedentarietà, obesità, grave insufficienza venosa cronica) o motivi che hanno reso il sistema immunitario meno reattivo (immunosoppressione farmacologica, HIV, patologie del sistema immunitario).

 

Come si cura la linfangite

La cura della linfangite si effettua principalmente mediante antibiotico ad ampio spettro. In base all’estensione si può scegliere la somministrazione per bocca, intramuscolo e endovenosa e variarne il dosaggio. Localmente può essere utile applicare topici per il prurito e la flogosi e assumere analgesici o antiinfiammatori per la gestione del dolore e dell’infiammazione della cute. Non si può inoltre prescindere dall’intervenire anche sull’edema, con bendaggio multistrato se necessario oppure solo con calza elastica se immediatamente possibile.

 

Come si previene la linfangite

Una volta risolto il quadro acuto, bisogna impostare un programma terapeutico ben preciso affinché il problema non si proponga nuovamente. Il primo obiettivo è ridurre o eliminare l’edema, con un corretto stile di vita (combattere sedentarietà, ridurre il peso, evitare posture erette o sedute prolungate), con una terapia medica appropriata (in caso di linfedema o lipedema), con una terapia fisica dedicata, se necessaria, come il drenaggio linfatico manuale, con un’elastocompressione specifica. È inoltre sempre indicato usare norme igieniche idonee, ovvero lavare e disinfettare sempre bene i siti di lesione della cute (anche solo di punture di insetto) e coprirli fino a completa guarigione, disinfettare per bene le zone periungueali dopo manicure o pedicure più invasive, preferire indumenti coprenti gli arti se si intende fare lavori in campagna o comunque all’aperto, ed evitare di farli nelle ore più calde del giorno. 

 

Il mio messaggio per voi

Questo è il periodo in cui in ambulatorio arriva il maggior numero di persone che ha la gamba gonfia, rossa e dolente.  All’ingresso in studio tutti mi dicono di avere una flebite e che sono anni che quando arriva il caldo la hanno e perciò viene somministrata ripetutamente eparina. In realtà si tratta quasi sempre (direi anche sempre) di linfangiti non diagnosticate che si ripetono spesso perché non se ne prevengono le cause. Mi piace pensare che questo piccolo vademecum sia stato d'aiuto, almeno per imparare a gestire meglio le lesioni della cute e il gonfiore delle gambe, soprattutto nei periodi più caldi dell’anno. Lo spero davvero tanto…

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