L’arrivo del caldo è il momento più complicato per i nostri arti inferiori. Le gambe si gonfiano e diventano pesanti, le vene si dilatano più del solito e la probabilità di sviluppare una complicanza dell’insufficienza venosa cronica (ulcere, trombosi, emorragie etc…) diventa molto alta. Per questo motivo, durante il periodo estivo vi parlerò un po’ meglio di queste eventualità, di come curarle e soprattutto di come poterle prevenire!
Cominciamo dall'ulcera venosa, la complicanza più difficile da trattare e anche, purtroppo, la più dolorosa.
Cos'è l'ulcera venosa?
L’ulcera è una lesione cutanea cronica che non tende alla guarigione spontanea, che non scompare prima di 6 settimane e che recidiva con elevata frequenza.
L’ulcera venosa è una complicanza dell’insufficienza venosa cronica. Ha una forma prevalentemente circolare o ovale e si presenta solitamente come una perdita di sostanza, con il fondo ricoperto da un liquido giallastro, con margini ben definiti e circondati da cute rossa, scura e dura. Può variare in dimensioni e sede, ma generalmente si sviluppa nella regione mediale del terzo inferiore di gamba, poco più su della caviglia nella parte interna. L’intensa risposta infiammatoria prolungata che scatena genera danno alle strutture nervose locali e di conseguenza aumento della sensibilità e del dolore, che diventa molto intenso anche al minimo stimolo.
Come si forma e perché
L’insufficienza venosa cronica non trattata, comporta ristagno di sostanze tossiche per la cute e difficoltà di azione delle difese immunitarie locali. La pelle diventa quindi molto esposta a ferite che inizialmente sono piccole e banali e che poi tendono a peggiorare di giorno in giorno diventando sempre più grandi, profonde e dolorose. Queste lesioni possono restare aperte per anni e diventare la routine per il paziente che ne è affetto. Quando, invece, un’ulcera guarisce, nella sede della lesione la cute viene sostituita da una cicatrice, che a volte può essere piuttosto estesa. La zona della cicatrice è meno elastica della cute normale e quindi può, ancora più facilmente, diventare una nuova ulcera, innescando così un circolo vizioso che rende per questo il problema ancora più difficile da gestire.
Trattamento
Le ulcere venose rappresentano, da sole o in associazione, ben il 75% di tutte le lesioni trofiche dell’arto inferiore e nonostante queste stime, spesso purtroppo vengono trascurate o curate in modo del tutto inadeguato.
Il trattamento di un’ulcera venosa ha diversi obiettivi:
- a guarigione della lesione
- il miglioramento della qualità della vita del paziente
- la prevenzione delle recidive
La guarigione della lesione prevede un approccio integrato, poiché bisogna trattare la causa, ovvero l’insufficienza venosa cronica, e spesso l’edema di gamba che ne consegue.
Bisogna inoltre riuscire a mantenere la lesione pulita e a stimolarla a formare una nuova cute. Per questo è necessario assumere farmaci o integratori che aiutano il microcircolo e la riduzione dell’edema, è indispensabile utilizzare una compressione elastica che può essere un bendaggio o una calza a seconda del quadro clinico ed è ideale far medicare la lesione da personale esperto che conosce la gestione delle varie medicazioni a disposizione per le varie fasi di guarigione.
Se necessario si possono effettuare innesti di cute in centri specializzati. Affinché la qualità della vita migliori è bene impostare una buona terapia del dolore, se possibile, e soprattutto cercare di sostenere il paziente durante il percorso di guarigione, che spesso è complicato e fatto di alti e bassi, incoraggiandolo e convincendolo che piano piano andrà sempre meglio.
Per prevenire le recidive, dopo la guarigione, bisogna insegnare al paziente come gestire l’edema con un’adeguata calza elastica, se è possibile bisogna correggere l’insufficienza venosa cronica ed è fondamentale mantenere la cute delle gambe sempre ben nutrita ed idratata. È di ulteriore aiuto mantenere il peso ideale, svolgere costante attività fisica e seguire un’alimentazione corretta.
Il mio messaggio per voi
In Italia, secondo gli ultimi dati dell’Associazione Italiana Ulcere Cutanee, ci sono più di 2 milioni di persone che nel corso della loro vita soffriranno di lesioni cutanee croniche. Ogni volta che un paziente con ulcera varca la soglia del mio ambulatorio inizia per me una grande sfida. Di solito, prima ancora di iniziare la visita, faccio sedere la persona che ho di fronte e le chiedo “quanto vuole impegnarsi per guarire?”
Da quel momento iniziamo insieme un percorso, a volte breve, a volte lungo, a volte facile, a volte difficile, ma che per la sua intensità resta in me per sempre…